Il 4 gennaio del 2017, in una serata ventosa, il 33enne Muhammad al-Hissi di Gaza è uscito insieme a tredici tra i suoi fratelli, cugini e zii per guadagnarsi da vivere nell’unico modo che conoscano: pescando. Ma non fece mai ritorno a casa.

La famiglia era suddivisa in tre diverse imbarcazioni, con onde forti ed increspate, quando sulla scena comparve la marina militare israeliana. La nave da 60 tonnellate speronò la barca in legno di Muhammad come una pietra su un guscio d’uovo, sbriciolandola. I pescatori palestinesi e la marina israeliana ricercarono Muhammad per tre giorni, ma la sua salma non fu mai ritrovata. Il generatore elettrico di bordo potrebbe aver smembrato il suo corpo.

Muhammad era uno dei due pescatori palestinesi uccisi dalla marina israeliana nel 2017. Altri quattro furono feriti, 14 arrestati e 5 barche sono state sequestrate. Comunque sia, il fuoco sui pescatori di Gaza è fatto quotidiano, che li terrorizza e li costringe a rinunciare a prendere il mare. Questo copione è destinato a ripetersi nel nuovo anno, con la recente decisione dei funzionari israeliani di contenere la pesca a Gaza entro le sei miglia nautiche, anziché entro le nove da poco concesse (solo sulla costa sud).

Aiutateci a puntare i fari su questa violazione del diritto a guadagnarsi di che vivere. Un nuovo breve documentario, “Six Miles Out”– prodotto dal gruppo We Are Not Numbers di Gaza, con fondi del progetto Solidarietà con i Pescatori di Gaza della Coalizione Freedom Flotilla – porta in scena il fratello ed il cugino di al-Hissi, che ci accompagnano in una notte di pesca. Constaterete con i vostri occhi cosa vuol dire quando le “vespe” israeliane entrano improvvisamente in scena.

Per favore, condividete sui social media questo video di 11 minuti con un vostro commento personale. Inviate un link via e-mail ai vostri followers (è quest’ultima, in realtà, la modalità più efficace). Cosa può fare chi vedrà il video per dare il proprio aiuto? Può effettuare una donazione a We Are Not Numbers, un progetto di narrazione giovanile con base a Gaza, affinchè la loro attività possa proseguire. Può inoltre visitare il sito Freedom Flotilla e scoprire come sostenere la missione 2018 per sfidare il blocco del porto marittimo di Gaza.

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