António Guterres
Segretario Generale delle Nazioni Unite
ONU
New York

4 ottobre 2017

Gentile Segretario Generale,

durante la Sua recente visita a Gaza, ha potuto vedere con i Suoi occhi quali inumane e deplorevoli condizioni soffrono i Palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza. È stata da Lei definita “una della più drammatiche crisi umanitarie” che abbia mai visto.
Confidiamo che questa esperienza La incoraggi, sostenuto dalla forza delle Nazioni Unite, a operare maggiore pressione sullo Stato di Israele affinché revochi l’inumano e illegale blocco che la popolazione di Gaza subisce da ormai dieci anni.

Desideriamo ricordarLe che, in tutto il mondo, innumerevoli gruppi e associazioni della società civile e molte organizzazioni religiose guardano con orrore al peggioramento della situazione.
Auspichiamo che le Nazioni Unite, sotto la Sua guida, lavorino a livello internazionale per promuovere la pressione di tutti gli Stati nazionali, in modo da utilizzare ogni misura economica e politica sia possibile mettere in campo per ricordare allo Stato di Israele quali sono gli standard  di comportamento previsti dalle nazioni civilizzate.

Siamo lieti che Lei abbia specificatamente notato che il blocco del confine sud di Gaza, con l’Egitto, sia mantenuto da tale stato arabo in totale disprezzo delle risoluzioni internazionali e del senso di solidarietà verso un altro popolo arabo.
Israele sta imponendo il blocco di terra, di mare e aereo. Ha distrutto l’aeroporto di Gaza, che era stato finanziato con aiuti internazionali (inclusi quelli spagnoli). In mare, le forze armate israeliane attaccano quotidianamente i pescatori palestinesi della Striscia di Gaza. Altrettanto illegalmente attaccano le imbarcazioni che sfidano il blocco in modo non violento, durante le missioni della Freedom Flotilla che si sono susseguite dal 2010 ad oggi.

Esistono motivate ragioni politiche che, a livello internazionale,  rendono irrimandabile la risoluzione della crisi di Gaza. Ma ancor più importanti sono le ragioni umanitarie: è necessario liberare un intero popolo dalla situazione spaventosa nella quale è attualmente obbligato a vivere.

Vostri funzionari e ricercatori hanno affermato che, di questo passo, entro il 2020 la Striscia di Gaza sarà invivibile. Molti altri rapporti, inclusi quelli dell’ONU, hanno documentato le molte minacce alla salute e finanche alla sopravvivenza della popolazione della Striscia di Gaza.
L’ONU ha evidenziato le problematiche realtive alla carenza energetica. Da aprile 2017, la disponibilità di energia elettrica è di sole 4 ore, o meno, al giorno, in orari sempre imprevedibili.
I tagli energetici rendono impossibile il trattamento dei liquami, da cui l’inquinamento del mare e delle rive.
Gli attacchi ai pescatori, nelle loro acque, privano la popolazione della disponibilità di pesce, e del relativo apporto nutrizionale. Una vostra ricerca ha dimostrato che ben il 57% della Popolazione di Gaza vive l’insicurezza alimentare.
Il blocco non causa solo la paralisi economica di Gaza: le restrizioni sull’ingresso di materiali da costruzione rendono molto difficile la ricostruzione, ad esempio delle scuole bombardate.
Il blocco limita anche l’ingresso di forniture scolastiche e molte altre merci che non costituiscono in alcun modo minaccia per Israele. Un’intera generazione di bambini e ragazzi di Gaza sta crescendo senza il minimo necessario per diventare adulti istruiti e in salute.

La situazione è così seria che Lei ha annunciato uno stanziamento di 4 milioni di dollari. I Palestinesi di Gaza, però, non desiderano e non hanno bisogno tanto di interventi emergenziali quanto della fine dell’aggressione israeliana e della messa in atto di una reale forza di pace internazionale atta a prevenire ulteriori aggressioni.
Il cosiddetto “Quartetto per il Medio Oriente” è stato un disastro: non ha raggiunto alcun risultato e ha coperto le violazioni israeliane del diritto internazionale nonchè la rottura di numerosi accordi. Lo Stato di Israele ha inoltre ignorato le innumerevoli risoluzioni dell’ONU che avevano lo scopo di limitare le sue attività contrarie ai diritti umani, come il protratto blocco illegale di Gaza e la persecuzione delle sue flotte da pesca.

In altre parole, nonostante le buone intenzioni, l’ONU ha conseguito un deplorevole record negativo nella salvaguardia effettiva dei Palestinesi di Gaza e nella promozione della loro sicurezza e indipendenza.

Ci appelliamo a Lei affinchè immediatamente:

  • Chieda che lo Stato di Israele rispetti le risoluzioni ONU, con la minaccia di sanzioni in caso contrario.
  • Smantelli il Quartetto per il Medio Oriente e lo sostituisca con un reale organismo di controllo.
  • Riprenda le attività per garantire il mantenimento della Pace e un’effettiva protezione della popolazione civile di Gaza.
  • Insista perché lo Stato di Israele rispetti e si conformi a tutte le risoluzioni ONU che riguardano le sue relazioni con Gaza.
  • Si assicuri che il mondo sappia che il blocco è illegale e chieda che venga immediatamente rimosso.

Cordialmente e ostinatamente,

I membri e i partner della Freedom Flotilla Coalition

Canadian Boat to Gaza
Freedom Flotilla Italy
Kia Ora Gaza [New Zealand / Aotearoa]
MyCARE Malaysia
Palestine Solidarity Alliance [South Africa]
Rumbo a Gaza [Spain]
Ship to Gaza Norway
Ship to Gaza Sweden
International Committee for Breaking the Siege of Gaza
US Boat to Gaza
Miles of Smiles
Free Gaza Australia 

Altre organizazzioni

Gaza Action Ireland
Ireland-Palestine Solidarity Campaign
ShannonWatch (Ireland)
Plateforme des ONG françaises pour la Palestine
Council of Canadians / Conseil des Canadiens
Bestemødre For Fred (Grandmothers For Peace, Norway)
Veterans for Peace (US)
CODEPINK: Women for Peace (US)
Voice of Women for Peace (Canada)
Collectif Judéo Arabe et Citoyen pour la Palestine (France)
Palestina Solidariteit (Belgium)
Association France Palestine Solidarité
Cultura e libertà (Italy)
Alternative refugee Center (Switzerland)
Badil resource center for Palestinian residency and refugee rights
Women for development (Switzerland)
Union Juive Française pour la Paix (France)
Deutsch-Palästinensische Gesellschaft (Germany)
Frauen in Schwarz, Wien (Austria)
Netherlands Palestine Committee
Palestijnse Gemeenschap in Nederland
Nederlands Arabische Stichting
TIYE International (Netherlands)
Diensten en Onderzoek Centrum Palestina (Netherlands)
Stop Represión Málaga, Voces Alternativas, Kontrapunto (Spain)
Breed Platform Palestina (Haarlem, Netherlands)
Palestinian Centre for Human Rights (Gaza, Palestine)
Asociación de la Comunidad Hispano-Palestina “Jerusalén” (Spain)
Asociación Medica Hispano Palestina (Spain)
Asociación Pablo de la Torriente Brau
El movimiento de mujeres palestinas Alkarama
RESCOP – Network of Solidarity against the occupation of Palestine (with 49 member organizations in Spain)
Pertubuhan IKRAM Malaysia (Malaysia)
Viva Palestina Malaysia
BDS Malaysia
Persatuan Ulama Malaysia
Al-Quds Foundation Malaysia
Association of Norwegian NGOs for Palestine
Asociación Española para el Derecho Internacional de los Derechos Humanos
Parallelo Palestina (Italy)
Canadian BDS Coalition
Palestine Solidarity Network  (Edmonton, Canada)
People for Peace (London, Canada)
United Network for Justice and Peace in Palestine and Israel (Canada)
Steelworkers Organization of Active Retirees (SOAR), Canada
Boundary Peace Initiative
Mid-Islanders for Justice and Peace in the Middle East
Palestine Solidarity Working Group (Sudbury, Canada)
B.C. Southern Interior Peace Coalition (Canada)
Coalition Against Israeli Apartheid (Victoria, Canada)
Hawai’i Peace and Justice
Hawai’i Coalition for Justice in Palestine
Malu ‘Aina Center for Nonviolence Education
Break the Maritime Blockade of Gaza (BMBG)
EBN – End Blockade Now
Association des Universitaires pour le Respect du Droit International en Palestine (France)
Collectif inter-universitaire pour la coopération avec les universités palestiniennes (France)
Comité de Vigilance pour une Paix Réelle au Proche-Orient
Comité La Courneuve-Palestine (France)
Zambra Málaga (Spain)
Confederación General de Trabajadores: Huelva, Málaga, Osuna
Christian Peacemaker Teams (Palestine)
Independent Jewish Voices / Voix juives indépendantes (Canada)
Palestinian Forum in Britain PFB
Europal Forum (UK)
BDS Colombia
BDS Slovenia
New Zealand Palestine Solidarity Network (Aotearoa / NZ)
New Zealand Palestine Human Rights Campaign (Aotearoa / NZ)

 

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